Vertenza L'Alba, secondo Tavolo istituzionale di confronto: lavoro congiunto delle parti per arrivare ad una soluzione
Si è svolto questa mattina a Prato a palazzo Banci Buonamici, sede della Provincia di Prato, il secondo incontro del Tavolo istituzionale di confronto, voluto dal presidente Simone Calamai, per arrivare ad una soluzione positiva della vertenza che vede i lavoratori dell’Alba ormai da agosto senza stipendio e senza la prospettiva di una reale ricollocazione. L’impegno del presidente Calamai, del sindacato Sudd Cobas, che sta seguendo la vertenza, e delle ditte committenti presenti - i Lanifici Roma e Nello Gori - che con senso di responsabilità si sono sedute al Tavolo istituzionale, è duplice. Tutelare in primis i diritti dei lavoratori e dall’altro lato salvaguardare un pezzo della filiera tessile, quello del confezionamento, della stiratura e della logistica, senza il quale saltano ordini e produzioni e che a catena si potrebbero ripercuotere sul sistema occupazionale tessile.
L’altra grande richiesta che il Tavolo istituzionale pone sul piatto della trattativa è quella del coinvolgimento di tutti i Committenti dell’Alba, soprattutto dei titolari dei brand, oggi assenti. Una presenza che sarebbe estremamente necessaria per dare maggiore forza alla trattativa e per dimostrare la piena attenzione delle aziende del distretto a quelli che sono i principi di legalità per giungere così ad una soluzione positiva, che tuteli gli interessi di entrambe le parti.
«Chi si è seduto, anche stamani, a questo Tavolo rappresenta il volto della parte sana del distretto tessile pratese. Qui stamattina si sono riunite persone di valore e responsabilità che si sono poste l’obbiettivo della ricerca di soluzioni concrete alla difficile situazione di questi 18 lavoratori - dice il presidente Calamai- Ancora una volta il mio invito è rivolto ai Committenti, oggi assenti, ad unirsi al Tavolo. Solo partecipando si può innescare un cambiamento positivo nell’interesse di tutti. Essere seduti a questo tavolo implica sensibilità e collaborazione e non un concorso di responsabilità in vicende di violenza e illegalità che nulla hanno a che fare con la parte sana del nostro distretto, che vogliamo difendere e tutelare».
Due dei Committenti dell’azienda L’Alba, i lanifici Roma e Nello Gori di Montemurlo, non si sono mai sottratti al confronto, mettendosi a disposizione del tavolo istituzionale per trovare soluzioni concrete di tutela dei diritti dei lavoratori e delle produzioni. Pur essendo totalmente estranee alle irregolarità rappresentate dal sindacato, le aziende committenti hanno confermato la loro piena disponibilità a esplorare ogni possibile soluzione per superare le criticità emerse, originate dalla vertenza sindacale e dalla successiva chiusura dell’azienda “L’Alba”.
L’obiettivo delle aziende, infatti, è duplice: da un lato ristabilire un clima di assoluta legalità all’interno della filiera e nei rapporti con le imprese che svolgono queste lavorazioni; dall’altro garantire la continuità delle produzioni, oggi messa a rischio non solo dalle difficoltà operative, ma anche dalla crescente scarsità di operatori sul territorio in grado di assicurare questo tipo di lavorazioni con il necessario livello di professionalità, qualità e attenzione.
«Le nostre aziende hanno subito un danno reputazionale a seguito delle comunicazioni apparse sulla stampa nei giorni scorsi. Ci preme per questo sottolineare che i committenti presenti a questo tavolo sono le prime vittime di questa vicenda, poiché abbiamo dovuto affrontare le conseguenze negative che ne sono derivate. Un rischio di questo tipo incide, o rischia seriamente di incidere, sulla capacità di mantenere l’attuale assetto organizzativo e occupazionale dei committenti stessi», concludono i rappresentanti di Lanificio Nello Gori S.p.a. e del Lanificio Roma.
«Abbiamo portato al tavolo quattro piani che propongono soluzioni concrete per risolvere la vertenza – fanno sapere i Sudd Cobas - Il tavolo sta lavorando e continuerà a lavorare sul Piano C: l’individuazione di un nuovo appaltatore nel territorio che garantisca la piena applicazione del CCNL Tessile Industria e che, oltre ad assorbire le commesse, assorba anche il personale de L’Alba a parità di condizioni contrattuali.
Dalla vertenza L’Alba e dal distretto pratese può arrivare l’esempio di un nuovo modo di concepire le filiere della moda, dove la responsabilità sociale del committente si impone sulla deregolamentazione selvaggia. Chi non siede a questo tavolo perde l’occasione di mettere al centro delle proprie filiere – con iniziative concrete - il rispetto dei diritti e della dignità del lavoro».