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Presentato il Progetto Prato

Progetto Prato
mar 12 apr, 2022

È stato presentato oggi in Provincia – da parte del presidente della Provincia Francesco Puggelli, dall'assessore all'istruzione del Comune di Prato Ilaria Santi e Stefano Pollini, presidente della Rete delle Istituzioni Scolastiche della Provincia di Prato – il “Progetto Prato”, redatto per potenziare le competenze linguistiche e per ridurre la dispersione scolastica.

Quella di Prato è la prima provincia d’Italia per percentuale di alunni con cittadinanza straniera – il 28%, contro una media italiana del 10,3% - e questo dato incide fortemente sulla dispersione scolastica. Il Progetto Prato si pone l’obiettivo di ridurre sensibilmente il fenomeno della dispersione, in particolare degli alunni con cittadinanza non italiana, che dalle ultime rilevazioni risulta essere del 49,5% a Prato e del 35,4% in Italia. Questi dati si riflettono anche notevolmente sui risultati delle prove Invalsi, per le quali Prato è ultima in Toscana nelle prove di terza media (quando la percentuale di studenti stranieri è alta), ma la prima nelle prove di quinta superiore (quando la percentuale di studenti stranieri è radicalmente abbattuta dalla dispersione scolastica).

“Avere la più alta incidenza di stranieri a livello italiano – afferma Stefano Pollini – incide notevolmente sull’abbandono scolastico. Infatti, se gli studenti italiani che non terminano il ciclo sono numericamente in linea con la media italiana, il grande numero degli abbandoni scolastici a Prato dipende prevalentemente dagli alunni cinesi. In parallelo, il fenomeno migratorio che era rallentato con la pandemia sta riprendendo: è fondamentale prevedere una decina di classi aggiuntive per rendere possibile l’accoglienza degli alunni stranieri che arrivano ad anno scolastico già iniziato. A queste, il progetto prevede di aggiungere almeno 60 classi per il potenziamento linguistico”.

Nello specifico, il progetto è volto a ridurre il tasso di dispersione scolastica tra gli alunni non italiani; a potenziare l’insegnamento della lingua italiana (attivando una progettualità che sia di riferimento anche per altri contesti scolastici caratterizzati da un’alta percentuale di alunni immigrati di prima e seconda generazione); a sperimentare un approccio plurilingue (italiano – inglese – cinese); a ridurre le situazioni segregative.

Gli obiettivi posti dal Progetto Prato sono dunque:

  • Raggiungere il livello B1 nell’apprendimento della lingua italiana per almeno l’80% degli alunni al termine dell’obbligo scolastico;
  • ridurre il tasso di dispersione scolastica tra gli alunni con cittadinanza non italiana del 10% in tre anni;
  • ridurre sensibilmente la segregazione scolastica di alcune scuole dove la percentuale di alunni stranieri supera il 30%;
  • migliorare le competenze linguistiche in inglese come lingua dello studio;
  • avviare l’apprendimento facoltativo della lingua cinese per gli alunni sinofoni e non sinofoni.

Il progetto si divide in tre azioni concrete finanziate con 440.000 euro del Comune di Prato, 20.700 euro degli altri Comuni della provincia, 60.000 euro della Provincia di Prato e 350.000 euro dai PEZ della Regione Toscana.

La prima azione si concretizza nel formare e sostenere contesti classe adeguati ad accogliere tempestivamente tutti gli arrivi in corso d’anno e a facilitare l’acquisizione di competenze linguistiche da parte degli alunni. Ciò si traduce in classi poco numerose, in grado di accogliere ulteriori alunni e di attivare una didattica inclusiva e stratificata, ma anche nell’attivazione di nuove classi a tempo pieno nella scuola primaria e di classi-ponte per gli alunni con livello iniziale di competenza linguistica in italiano.

La seconda e la terza azione sono rispettivamente il potenziamento dell’insegnamento della lingua italiana per gli alunni non italofoni e lo sviluppo del plurilinguismo.

Al Ministero si chiede per l’a.s. 2022/2023 un incremento delle ore settimanali rispetto all’anno scolastico in corso, ed in parallelo di liberare i posti di potenziamento utilizzati per il funzionamento a tempo pieno.

“Purtroppo le informazioni che abbiamo avuto per ora da Roma sono che si intende riconfermare l’organico degli anni passati”, commenta Francesco Puggelli. “Questo ci amareggia ed è dovuto al fatto che alcuni criteri di valutazione delle esigenze sono desueti, a partire da quello che considera il numero degli istituti. Si dà priorità a territori che negli anni non hanno lavorato, come abbiamo fatto a Prato, per creare istituti grandi e funzionali al posto di una frammentazione in piccole scuole. Prato ha una curva demografica in controtendenza rispetto a tutta la Toscana e alla media italiana, con un’alta percentuale di studenti non italofoni, ma anche di studenti con disabilità: la presenza di Meyer e Stella Maris porta a stabilirsi in Toscana famiglie con bambini che hanno bisogno di cure importanti. Queste peculiarità rendono la scuola pratese un unicum che non può essere ignorato”.

“L’osservatorio che ci viene proposto dal Progetto Prato – aggiunge Ilaria Santi – è la sintesi di ciò che questa città fa da anni. Vorrei evidenziare come questo territorio chieda da molto tempo un’attenzione sul tema del personale scolastico, sia insegnanti che ATA: siamo sotto organico proprio per la situazione unica che differenzia la scuola pratese da quella del resto d’Italia. Se ci conoscono come il modello-Prato è perché c’è chi negli anni ha saputo far funzionare le scuole nonostante queste criticità”.

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